Furti ai tavolini dei bar di Roma, i titolari si fingono clienti per smascherare i ladri

Furti e scippi tra i tavolini dei bar e dei ristoranti di Roma. Un fenomeno in continuo aumento, soprattutto dopo la pandemia, grazie all'aumento esponenziale dei dehors. Secondo la Fiepet Confesercenti sono tra 80 e 100 le segnalazioni che arrivano ogni giorno tra scippi, furti e borseggi nei bar e nei ristoranti del centro. E così, per stanare i ladri, i titolari dei locali della Capitale si sono inventati un trucco: fingersi clienti e sorprendere il borseggiatore al momento dello scippo.
Molto spesso, spiegano i gestori, le vittime sono clienti stranieri, turisti che spesso trovano problemi a denunciare il furto e quasi mai riescono a recuperare la refurtiva.
Ha raccontato al Messaggero il proprietario di un bar in via Mastro Giorgio a Testaccio: "Negli ultimi mesi abbiamo notato un'escalation di episodi. Così, nella mia attività, quando vediamo qualcuno di sospetto aggirarsi tra i tavolini, ci fingiamo clienti e aspettiamo".
Un sistema che, a quanto pare, funziona, anche se parzialmente: "Appena capiscono di essere stati scoperti, scappano. Ma almeno il colpo è sfumato. Siamo preoccupati per i mesi estivi quando il lavoro sarà soprattutto all'esterno del locale. Intanto ho istruito i miei ragazzi, i camerieri. Sanno che devono prestare attenzione soprattutto per il servizio esterno e che è importante avvisare i nostri clienti quando si accomodano di prestare la massima attenzione a borse e portafogli".
Lo stesso trucco viene utilizzato da molti altri ristoratori della Capitale: "Lo scorso mese sono stati due gli episodi a distanza di pochi giorni. Lunedì scorso eravamo già allertati e, appena ho visto un giovane sospetto aggirarsi tra gli arredi esterni e la piazza, mi sono seduto fingendo di essere un cliente. Pochi istanti dopo si è avvicinato e il collega ha tentato di bloccarlo. Quando ha capito di essere stato scoperto è riuscito a scappare via e non abbiamo potuto chiamare le forze dell'ordine", ha raccontato sempre al Messaggero il gestore di un bar romano.